Editoriale del 20 maggio 2014

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EDITORIALE        del 20 maggio 2014
“Le difficili promesse sociali dello sport”
Lanciamo un interrogativo pesante: lo sport è davvero in grado di mantenere le sue
promesse sociali?
Prima di parlare di promesse mantenute o tradite, occorre focalizzare quali siano
queste promesse.
Senza generalizzare, guardiamo a ciò che è scritto nel famoso “Libro bianco dello
sport europeo” (2007). Lo sport è uno strumento da cui ci si attende che promuova:
 rispetto per gli altri, in primis le ” minoranze”;
 volontariato e senso della responsabilità;
 rispetto delle regole (delle leggi);
 pari opportunità;
 cooperazione tra individui e tra gruppi;
 formazione e istruzione;
 contrasto a violenza, razzismo e xenofobia;
 integrazione e coesione sociale;
 educazione e salute (prevenzione delle tossicodipendenze, contrasto
dell’obesità);
 partecipazione e condivisione (cittadinanza attiva).
C’è, dunque, una buona coincidenza tra i benefici che i cittadini e le istituzioni si attendono dallo sport e ciò che lo sport promette  ed è in grado di mantenere. Ma se
le mete coincidono, perchè finora non si è riusciti a rispondere in pieno alle attese?
Perchè questo “sport che vale”, che incide, non si afferma e anzi lascia spesso campo
a uno “sport che non vale”? Proviamo a fare un elenco di motivazioni:
 la scarsa comprensione degli obiettivi sociali da parte dei decisori sportivi;
 insufficiente disponibilità di risorse, di impianti e/o di volontari;
 “sclerotizzazione” delle forme di sport tradizionali;
 un’immagine dello sport centrata sulla figura dell’atleta vincente piuttosto che
su quella dei giovani “normali”;
 difficoltà di accesso per motivi economici, culturali o razziali.
Che servano dei correttivi ai modelli sportivi in auge lo crede una certa “linea” di dirigenti e addetti sportivi.
Se non ci curiamo di immettere i giusti valori nello sport, come possiamo pretendere
che dallo sport derivino i giusti valori ai suoi praticanti? La questione, nel concreto,
è che dobbiamo costruire e tutelare un giusto modello di sport se vogliamo che poi lo
sport modelli nel modo giusto la vita delle persone.

Il Presidente
(Piergiorgio Cagna)